L'Alcoldipendenza o Alcolismo è una dipendenza che si verifica in una percentuale di consumatori di alcolici, è caratterizzata dalla ricerca incontrollabile e dalla necessità di uso di alcol. La diagnosi di dipendenza alcolica è caratterizzata dalla coesistenza di almeno tre o più delle seguenti caratteristiche:
L'alcolismo si sviluppa progressivamente negli anni e comporta conseguenze a diversi livelli:
Da dati statistici si rileva che l’Italia è una delle nazioni in cui, nonostante la più bassa percentuale del consumo medio giornaliero di alcol, risulta il numero più elevato di giorni in cui c’è l’abitudine all’alcol: ciò, probabilmente, per l’abitudine, tipicamente italiana, di bere vino a tavola; presenta una minor frequenza di abusi alcolici ma la più precoce abitudine all’alcol con una media di circa 12 anni rispetto ai circa 14 dell’Unione Europea: secondo l’Osservatorio Nazionale Alcol- OssFAD dell’Istituto Superiore della Sanità, sono circa 800.000 i giovani tra i 14-16 anni con abitudine all’alcol.
Dai dati ISTAT si rileva : quasi il 20% dei ragazzi fra gli 11 e 15 anni ha consumato almeno una volta nell'arco dell'anno una bevanda alcolica, il consumo di bevande alcoliche fra giovani donne di età compresa fra 18 e 19 anni è aumentato al 60,9% rispetto al 53,7% della precedente rilevazione. Per quanto riguarda le donne di età compresa fra i 20 e i 24 anni, l'aumento si attesta al 63,2%, mentre precedentemente era del 58,4%.
Nel rapporto Istat su Uso e abuso di Alcol in Italia del 2008 si legge che, tra il 1998 e il 2008, la quota di consumatori di bevande alcoliche è sostanzialmente stabile (intorno al 70%), i giovani di 18-24 anni che consumano alcol tutti i giorni sono diminuiti mentre sono aumentati quelli che consumano in modo occasionale e i consumatori fuori pasto .
La statistica mette in evidenza alcuni aspetti comportamentali relativamente alle preferenze di consumo dell'alcol:
Per le donne tra i 18-24 anni il consumo giornaliero diminuisce (nonostante le percentuali siano modeste : dal 5,8% al 3,3%), quello occasionale si avvicina alla percentuale maschile (dal 50 a circa il 60 % ), tra i 14 e i 17 anni , per il consumo fuori pasto, si osserva l’incremento maggiore rispetto al resto della popolazione, nella fascia di giovani compresa tra i tra i 15 e i 35 anni prevalgono le diagnosi di abuso alcolico e degli effetti tossici dell’alcol.
Il consumo e abuso dell’alcol nelle donne è un fenomeno di recente comparsa nell’universo femminile, in Italia circa il 67% delle donne consuma alcol a fronte del 43% degli anni ’80 probabilmente per la drastica modifica degli stili di vita con l’assunzione di comportamenti in precedenza esclusivamente maschili; l’incremento dell’uso di alcol nelle donne non riguarda solo le giovani ragazze ma anche donne più mature ed anziane.
Il cambiamento di abitudini riguarda non soltanto la frequenza e le circostanze di consumo, ma anche il tipo di bevande consumate infatti si consta il raddoppio del consumo di superalcolici rispetto a vino e birra (negli ultimi anni si stanno consolidando modelli di consumo di alcol tipici dei paesi del Nord Europa, il binge drinking: convenzionalmente il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione)
Sempre secondo il rapporto Istat 2008 su Uso e abuso di Alcol in Italia gli italiani con almeno un comportamento a rischio (consumo giornaliero non moderato con assunzione di più di tre unità alcoliche al giorno -per gli uomini - e più di due -per le donne - o binge drinking) sono circa 8 milioni e 450 mila, di cui le donne sono 1 milione 910 mila persone (7%).
I comportamenti a rischio in età giovanile si presentano con caratteristiche molto differenti rispetto alla popolazione adulta e anziana. I giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione, dopo gli anziani, in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta infatti è allarme giovani: oltre il 17% degli under 15 ha consumato almeno una bevanda alcolica nel 2008, in particolare mentre già a partire dai 18-19enni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione, cioè il 74,7% dei maschi e il 58% delle donne.
Il binge drinking rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo. L’OMS raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni. Per questo motivo, per i minori di 11-15 anni viene considerato come comportamento a rischio già il consumo di una sola bevanda alcolica durante l’anno.
L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori, inoltre, sembra influenzare il comportamento dei figli. Infatti, è potenzialmente a rischio il 22,7% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche, la quota scende al 15% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che comunque bevono in maniera moderata.
Il rischio risulta fortemente differenziato per genere, fascia d’età, territorio e status sociale.. Il consumo giornaliero ha un andamento crescente con l’aumentare dell’età e, nelle donne , anche con il crescere del titolo di studio: tra le meno istruite (licenza elementare) il 46,7% consuma alcol, le laureate sono il 72,7%. Tra le donne di 25-44 anni (dal 45,4% al 73,6%), le distanze nel consumo di alcol tra uomini e donne diminuiscono all’aumentare del titolo di studio.
Negli uomini il consumo quotidiano risulta crescente al diminuire del titolo di studio (dal 37% dei laureati al 59% dei meno istruiti), Il consumo di alcol, inoltre, è più diffuso tra i maschi delle regioni del Nord-est ma ancor più tra gli uomini di alcune regioni del Nord-ovest, come Valle d’Aosta (86,5%) e Piemonte (84,2%), e del Centro, come le Marche (84,4%).
Per le donne, le quote maggiori si registrano nelle stesse regioni, seppure con livelli inferiori a quelli degli uomini.
Bere alla ricerca dello sballo è una esperienza che coinvolge il 64,8% dei ragazzi e il 34% delle ragazze; il 42% dei maschi e il 21% delle ragazze che bevono fino ad ubriacarsi hanno meno di 18 anni. Un numero superiore rispetto a 19-24enni che si ubriacano (il 19% dei maschi e il 9% delle femmine) e dei meno giovani, quelli oltre i 25 anni di età, tra cui si registra la più elevata percentuale di sobri (7,5% dei maschi e 5,5% delle femmine tra i bevitori).
Secondo Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol del Centro Oms per la ricerca sull’alcol e presidente della Società italiana di alcologia", l’86% dei giovani che frequentano luoghi di aggregazione consuma bevande alcoliche il sabato sera “alla ricerca, spesso, di un senso di ebbrezza",
Una ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale Alcol del Cnesps dell’Istituto Superiore di Sanità dimostra l’aumento degli adolescenti che bevono fino ad ubriacarsi: nove ragazzi su dieci bevono in discoteca o nei pub durante il weekend, soprattutto tra i minorenni e in particolare tra le giovanissime: tra gli under 18, con quattro bicchieri e mezzo consumati dai maschi e sei, addirittura, dalle femmine.
L’alcool non è percepito tra i giovani come sostanza pericolosa in quanto è una sostanza di uso comune, legalizzata e ampiamente pubblicizzata, pertanto è diventato il principale fattore di rischio, di malattia, di mortalità e di disabilità per i giovani
Perché i giovani abusano di alcool? Perché c’ è il bisogno di consumare alcol in modo eccessivo, per la necessità di apparire quello che non si è?, per cercare un aiuto per superare le proprie insicurezze?, la ricerca dell'omologazione ? , per avere l'illusione di sentirsi adulti?
Ne conseguono diversi motivi per i quali preoccuparsi: per lo sviluppo di un'abitudine sociale deplorevole, per la formazione di una cultura deleteria e dannosa legata al consumo di bevande alcoliche ma anche per motivi di tipo medico.
I giovani sembrano non conoscano i rischi socio-sanitari correlati all’alcool, ne sottovalutano la pericolosità e tendono ad aderire in maniera sempre più diffusa alla cosiddetta cultura dello “sballo”, come alterazione dello stato di coscienza.
Le caratteristiche dell’età adolescenziale:il desiderio di sfida, la tendenza alla trasgressione,le difficoltà della crescita, il peso della responsabilità che va aumentando e talvolta anche il senso di incapacità di far fronte ai compiti che li attendono, la paura di non essere all’altezza, rendono questa età un momento a rischio e alquanto difficile.
Nelle donne, l’alcolismo ha un tasso d’incremento maggiore rispetto agli uomini. L’etilismo femminile non è facilmente rilevabile, poiché, frequentemente, rimane all’interno delle mura domestiche, nascosto per vergogna o sensi di colpa, essendo quasi impensabile, considerato il ruolo sociale e culturale che la donna riveste.
"Alcolismo e dipendenza", tratto in data 13-10-2010 da <em><a href="http://www.opsonline.it" target="_blank">Obiettivo Psicologia. Formazione, lavoro e aggiornamento per psicologi</a></em><br><a href="http://www.opsonline.it/index.php?m=show&id=23804" target="_blank">http://www.opsonline.it/index.php?m=show&id=23804</a>
- Necesità di dosi sempre più elevate di alcol a causa dell’ aumento della tolleranza = assuefazione
- malessere fisico e/o psichico se l’assunzione di alcol è interrotta bruscamente = sindrome di astinenza
- Incapacità di controllo volontario dell’abuso di alcol
- Desiderio compulsivo di alcol
- La ricerca dell’alcol diventa il primo scopo della vita.
- Interruzione di attività lavorative, ricreative, contatti sociali
- Persistenza nell'abuso di alcol nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative (fisiche, psichiche, sociali).
L'alcolismo si sviluppa progressivamente negli anni e comporta conseguenze a diversi livelli:
- Danni fisici: epatici, neurologici, cardiaci, sessuali ecc.
- Danni psichici: ansia, depressione, psicosi, disturbi di personalità ecc.
- Danni sociali: perdita di lavoro, divorzi, violenza sui minori, incidenti stradali, infortuni sul lavoro ecc.
Da dati statistici si rileva che l’Italia è una delle nazioni in cui, nonostante la più bassa percentuale del consumo medio giornaliero di alcol, risulta il numero più elevato di giorni in cui c’è l’abitudine all’alcol: ciò, probabilmente, per l’abitudine, tipicamente italiana, di bere vino a tavola; presenta una minor frequenza di abusi alcolici ma la più precoce abitudine all’alcol con una media di circa 12 anni rispetto ai circa 14 dell’Unione Europea: secondo l’Osservatorio Nazionale Alcol- OssFAD dell’Istituto Superiore della Sanità, sono circa 800.000 i giovani tra i 14-16 anni con abitudine all’alcol.
Dai dati ISTAT si rileva : quasi il 20% dei ragazzi fra gli 11 e 15 anni ha consumato almeno una volta nell'arco dell'anno una bevanda alcolica, il consumo di bevande alcoliche fra giovani donne di età compresa fra 18 e 19 anni è aumentato al 60,9% rispetto al 53,7% della precedente rilevazione. Per quanto riguarda le donne di età compresa fra i 20 e i 24 anni, l'aumento si attesta al 63,2%, mentre precedentemente era del 58,4%.
Nel rapporto Istat su Uso e abuso di Alcol in Italia del 2008 si legge che, tra il 1998 e il 2008, la quota di consumatori di bevande alcoliche è sostanzialmente stabile (intorno al 70%), i giovani di 18-24 anni che consumano alcol tutti i giorni sono diminuiti mentre sono aumentati quelli che consumano in modo occasionale e i consumatori fuori pasto .
La statistica mette in evidenza alcuni aspetti comportamentali relativamente alle preferenze di consumo dell'alcol:
Per le donne tra i 18-24 anni il consumo giornaliero diminuisce (nonostante le percentuali siano modeste : dal 5,8% al 3,3%), quello occasionale si avvicina alla percentuale maschile (dal 50 a circa il 60 % ), tra i 14 e i 17 anni , per il consumo fuori pasto, si osserva l’incremento maggiore rispetto al resto della popolazione, nella fascia di giovani compresa tra i tra i 15 e i 35 anni prevalgono le diagnosi di abuso alcolico e degli effetti tossici dell’alcol.
Il consumo e abuso dell’alcol nelle donne è un fenomeno di recente comparsa nell’universo femminile, in Italia circa il 67% delle donne consuma alcol a fronte del 43% degli anni ’80 probabilmente per la drastica modifica degli stili di vita con l’assunzione di comportamenti in precedenza esclusivamente maschili; l’incremento dell’uso di alcol nelle donne non riguarda solo le giovani ragazze ma anche donne più mature ed anziane.
Il cambiamento di abitudini riguarda non soltanto la frequenza e le circostanze di consumo, ma anche il tipo di bevande consumate infatti si consta il raddoppio del consumo di superalcolici rispetto a vino e birra (negli ultimi anni si stanno consolidando modelli di consumo di alcol tipici dei paesi del Nord Europa, il binge drinking: convenzionalmente il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione)
Sempre secondo il rapporto Istat 2008 su Uso e abuso di Alcol in Italia gli italiani con almeno un comportamento a rischio (consumo giornaliero non moderato con assunzione di più di tre unità alcoliche al giorno -per gli uomini - e più di due -per le donne - o binge drinking) sono circa 8 milioni e 450 mila, di cui le donne sono 1 milione 910 mila persone (7%).
I comportamenti a rischio in età giovanile si presentano con caratteristiche molto differenti rispetto alla popolazione adulta e anziana. I giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione, dopo gli anziani, in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta infatti è allarme giovani: oltre il 17% degli under 15 ha consumato almeno una bevanda alcolica nel 2008, in particolare mentre già a partire dai 18-19enni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione, cioè il 74,7% dei maschi e il 58% delle donne.
Il binge drinking rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo. L’OMS raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni. Per questo motivo, per i minori di 11-15 anni viene considerato come comportamento a rischio già il consumo di una sola bevanda alcolica durante l’anno.
L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori, inoltre, sembra influenzare il comportamento dei figli. Infatti, è potenzialmente a rischio il 22,7% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche, la quota scende al 15% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che comunque bevono in maniera moderata.
Il rischio risulta fortemente differenziato per genere, fascia d’età, territorio e status sociale.. Il consumo giornaliero ha un andamento crescente con l’aumentare dell’età e, nelle donne , anche con il crescere del titolo di studio: tra le meno istruite (licenza elementare) il 46,7% consuma alcol, le laureate sono il 72,7%. Tra le donne di 25-44 anni (dal 45,4% al 73,6%), le distanze nel consumo di alcol tra uomini e donne diminuiscono all’aumentare del titolo di studio.
Negli uomini il consumo quotidiano risulta crescente al diminuire del titolo di studio (dal 37% dei laureati al 59% dei meno istruiti), Il consumo di alcol, inoltre, è più diffuso tra i maschi delle regioni del Nord-est ma ancor più tra gli uomini di alcune regioni del Nord-ovest, come Valle d’Aosta (86,5%) e Piemonte (84,2%), e del Centro, come le Marche (84,4%).
Per le donne, le quote maggiori si registrano nelle stesse regioni, seppure con livelli inferiori a quelli degli uomini.
Bere alla ricerca dello sballo è una esperienza che coinvolge il 64,8% dei ragazzi e il 34% delle ragazze; il 42% dei maschi e il 21% delle ragazze che bevono fino ad ubriacarsi hanno meno di 18 anni. Un numero superiore rispetto a 19-24enni che si ubriacano (il 19% dei maschi e il 9% delle femmine) e dei meno giovani, quelli oltre i 25 anni di età, tra cui si registra la più elevata percentuale di sobri (7,5% dei maschi e 5,5% delle femmine tra i bevitori).
Secondo Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol del Centro Oms per la ricerca sull’alcol e presidente della Società italiana di alcologia", l’86% dei giovani che frequentano luoghi di aggregazione consuma bevande alcoliche il sabato sera “alla ricerca, spesso, di un senso di ebbrezza",
Una ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale Alcol del Cnesps dell’Istituto Superiore di Sanità dimostra l’aumento degli adolescenti che bevono fino ad ubriacarsi: nove ragazzi su dieci bevono in discoteca o nei pub durante il weekend, soprattutto tra i minorenni e in particolare tra le giovanissime: tra gli under 18, con quattro bicchieri e mezzo consumati dai maschi e sei, addirittura, dalle femmine.
L’alcool non è percepito tra i giovani come sostanza pericolosa in quanto è una sostanza di uso comune, legalizzata e ampiamente pubblicizzata, pertanto è diventato il principale fattore di rischio, di malattia, di mortalità e di disabilità per i giovani
Perché i giovani abusano di alcool? Perché c’ è il bisogno di consumare alcol in modo eccessivo, per la necessità di apparire quello che non si è?, per cercare un aiuto per superare le proprie insicurezze?, la ricerca dell'omologazione ? , per avere l'illusione di sentirsi adulti?
Ne conseguono diversi motivi per i quali preoccuparsi: per lo sviluppo di un'abitudine sociale deplorevole, per la formazione di una cultura deleteria e dannosa legata al consumo di bevande alcoliche ma anche per motivi di tipo medico.
I giovani sembrano non conoscano i rischi socio-sanitari correlati all’alcool, ne sottovalutano la pericolosità e tendono ad aderire in maniera sempre più diffusa alla cosiddetta cultura dello “sballo”, come alterazione dello stato di coscienza.
Le caratteristiche dell’età adolescenziale:il desiderio di sfida, la tendenza alla trasgressione,le difficoltà della crescita, il peso della responsabilità che va aumentando e talvolta anche il senso di incapacità di far fronte ai compiti che li attendono, la paura di non essere all’altezza, rendono questa età un momento a rischio e alquanto difficile.
Nelle donne, l’alcolismo ha un tasso d’incremento maggiore rispetto agli uomini. L’etilismo femminile non è facilmente rilevabile, poiché, frequentemente, rimane all’interno delle mura domestiche, nascosto per vergogna o sensi di colpa, essendo quasi impensabile, considerato il ruolo sociale e culturale che la donna riveste.
"Alcolismo e dipendenza", tratto in data 13-10-2010 da <em><a href="http://www.opsonline.it" target="_blank">Obiettivo Psicologia. Formazione, lavoro e aggiornamento per psicologi</a></em><br><a href="http://www.opsonline.it/index.php?m=show&id=23804" target="_blank">http://www.opsonline.it/index.php?m=show&id=23804</a>