Il cibo per noi è importante, certo. Garantisce la soddisfazione del bisogno di nutrizione, ma lo utilizziamo per tante altre cose; questa è la vera differenza tra noi e il mondo animale.
a maggior parte degli eventi sociali sono collegati al cibo e diamo al cibo un ruolo centrale nella nostra esistenza umana al punto che lo utilizziamo anche per placare delle emozioni che non riusciamo a tollerare.
Così è facile che si mangi anche per noia, rabbia, solitudine e tristezza. E’ evidente che tutto questo ci porti a mangiare più di quello che dovremmo.
Il complesso ruolo sociale e psicologico che abbiamo associato all’alimentazione ha reso difficile distinguerla dalla sua importanza biologica.
La nostra esperienza quotidiana e gli studi sul comportamento alimentare e sui meccanismi che lo regolano, dimostrano che mangiamo anche al solo scopo di provocarci un’esperienza piacevole. Il piacere evocato dal cibo, infatti, è simile a quello associato ad altri premi, come il sesso o altri di ordine sociale, tanto che l’industria alimentare è alla continua ricerca di nuove combinazioni di gusti, sapori, profumi e consistenze che possano ampliare l’esperienza del piacere e aumentare la dipendenza da alcuni prodotti alimentari.
Studi nel settore hanno prevalentemente riscontrato 3 tipi di fattori che giocano un ruolo importante nelle quantità di cibo che assumiamo:
“perché non riesco a raggiungere il peso che desidero? Perché è cosi difficile per me perdere peso? Perché mi sembra di non riuscire a controllare la mia alimentazione ed a seguire una dieta? Perché faccio quello che non dovrei fare? (mangiare cibi che non posso?)
Le diete alimentari funzionano fino a quando si ha abbastanza motivazione per portarle a termine. Se non sono supportate da interventi psicologici molto spesso, aiutano a perdere peso ma appena si interrompono non garantiscono il mantenimento della forma fisica nel tempo.
Questo accade perché i meccanismi coinvolti nell’alimentazione sono molteplici e per lo più di natura psicologica ed affettiva.
Come dimostra la ricerca scientifica, inoltre soprattutto nelle diete dimagranti restrittive divieti, obblighi ed eccesso di regole oltre a causare stress favoriscono la perdita di controllo che degenera nelle abbuffate e nella trasgressione.
Inoltre, le diete allontanandosi dalla percezione del piacere creano delle distanze con il proprio mondo interiore. Questa mancanza di ascolto del corpo e di se stessi è una delle cause principali del sovrappeso.
Per raggiungere l'equilibrio tra la nostra mente e il nostro corpo è essenziale imparare ad ascoltarci.
E’ necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il proprio corpo, prendere contatto con le emozioni e i bisogni più profondi.
Il corpo ci parla sempre, spesso urla in silenzio per attirare la nostra attenzione e per guidarci verso la strada del benessere, inteso come uno “stato dell’essere” profondo.
Perché accontentarci se possiamo avere il meglio?
Conoscere sé stessi, l’effetto energetico che gli alimenti hanno su di noi porta ad essere liberi di scegliere in base ai propri bisogni reali. Se portiamo equilibrio e chiarezza nella nostra mente anche le scelte alimentari si modificheranno perché saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi o inconsci.
09 gennaio 2020
a maggior parte degli eventi sociali sono collegati al cibo e diamo al cibo un ruolo centrale nella nostra esistenza umana al punto che lo utilizziamo anche per placare delle emozioni che non riusciamo a tollerare.
Così è facile che si mangi anche per noia, rabbia, solitudine e tristezza. E’ evidente che tutto questo ci porti a mangiare più di quello che dovremmo.
Il complesso ruolo sociale e psicologico che abbiamo associato all’alimentazione ha reso difficile distinguerla dalla sua importanza biologica.
La nostra esperienza quotidiana e gli studi sul comportamento alimentare e sui meccanismi che lo regolano, dimostrano che mangiamo anche al solo scopo di provocarci un’esperienza piacevole. Il piacere evocato dal cibo, infatti, è simile a quello associato ad altri premi, come il sesso o altri di ordine sociale, tanto che l’industria alimentare è alla continua ricerca di nuove combinazioni di gusti, sapori, profumi e consistenze che possano ampliare l’esperienza del piacere e aumentare la dipendenza da alcuni prodotti alimentari.
Studi nel settore hanno prevalentemente riscontrato 3 tipi di fattori che giocano un ruolo importante nelle quantità di cibo che assumiamo:
- Livello di fame (omeostatica). Si riconosce una correlazione positiva tra quantità di cibo assunta e fame ((Herman and Polivy 1983) collegati in modo direttamente proporzionale, pur riconoscendo che la fame non è l’unico regolatore nella scelta della porzione (Herman and Polivy 2014);
- Informazioni disponibili sull’impatto sulla salute (e sul peso corporeo). Sapere che un alimento o una quantità in eccesso di quel cibo porteranno delle conseguenze negative sulla nostra salute, riesce a regolarne l’assunzione soprattutto per le persone che sono a dieta (Glanz et al. 1998; van Strien et al. 1986), ma a scapito della soddisfazione; la rinuncia verrebbe associata ad una aspettativa di minor piacere e soddisfazione;
- Aspettativa di piacere. Immaginare il piacere sensoriale che possiamo ottenere da un alimento aumenta il nostro desiderio e ci fa scegliere “cosa mangiare” (Raghunathan et al. 2006). Meno chiaro è quanto questa aspettativa possa influenzare la dimensione della porzione.
“perché non riesco a raggiungere il peso che desidero? Perché è cosi difficile per me perdere peso? Perché mi sembra di non riuscire a controllare la mia alimentazione ed a seguire una dieta? Perché faccio quello che non dovrei fare? (mangiare cibi che non posso?)
Le diete alimentari funzionano fino a quando si ha abbastanza motivazione per portarle a termine. Se non sono supportate da interventi psicologici molto spesso, aiutano a perdere peso ma appena si interrompono non garantiscono il mantenimento della forma fisica nel tempo.
Questo accade perché i meccanismi coinvolti nell’alimentazione sono molteplici e per lo più di natura psicologica ed affettiva.
Come dimostra la ricerca scientifica, inoltre soprattutto nelle diete dimagranti restrittive divieti, obblighi ed eccesso di regole oltre a causare stress favoriscono la perdita di controllo che degenera nelle abbuffate e nella trasgressione.
Inoltre, le diete allontanandosi dalla percezione del piacere creano delle distanze con il proprio mondo interiore. Questa mancanza di ascolto del corpo e di se stessi è una delle cause principali del sovrappeso.
Per raggiungere l'equilibrio tra la nostra mente e il nostro corpo è essenziale imparare ad ascoltarci.
E’ necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il proprio corpo, prendere contatto con le emozioni e i bisogni più profondi.
Il corpo ci parla sempre, spesso urla in silenzio per attirare la nostra attenzione e per guidarci verso la strada del benessere, inteso come uno “stato dell’essere” profondo.
Perché accontentarci se possiamo avere il meglio?
Conoscere sé stessi, l’effetto energetico che gli alimenti hanno su di noi porta ad essere liberi di scegliere in base ai propri bisogni reali. Se portiamo equilibrio e chiarezza nella nostra mente anche le scelte alimentari si modificheranno perché saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi o inconsci.
09 gennaio 2020