EMPATIA
L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo, in questo modo, emozioni e pensieri. E’ un termine che deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e “pathos”.
Ai nostri giorni per empatia intendiamo la capacità di un essere umano di percepire lo stato d'animo ed i sentimenti di un'altra persona, realizzando quindi una sintonia emotiva nei suoi confronti, la quale permette di condividerne i vissuti interiori e le emozioni. L’empatia è la focalizzazione sul mondo interiore di un'altra persona, caratterizzata dalla capacità di intuire ciò che si sta muovendo in essa, percependo le sue emozioni ed i suoi stati d'animo autentici, spesso differenti da quelli espressi verbalmente e gestualmente. L'empatia è un contatto emotivo diretto tra due esseri umani, capace di sintonizzare i loro vissuti interiori in modo del tutto indipendente dai loro schemi mentali e percettivi. Semplificando i concetti appena espressi si potrebbe dire che l'empatia consista nel sapersi mettere nei panni dell'altro, nel comprendere dunque ciò che l'altro sta provando dentro di sé, trascurandone le manifestazioni comportamentali esteriori che non necessariamente rispecchiano i vissuti interiori.
Nell’uso comune, empatia è l’attitudine a offrire la propria attenzione per un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali.
Oltre alla immedesimazione nell'altro e alla comprensione profonda del suo punto di vista, l'empatia trova espressione anche nella capacità di mantenere durante l'intero processo di sintonizzazione emotiva il proprio punto di vista, i propri valori e le proprie emozioni. La fusione empatica non provoca la perdita dei propri punti di riferimento e dei propri sentimenti per realizzarsi; la comprensione dell'altro si realizza mantenendo costantemente la consapevolezza di se stessi e del proprio punto di vista. L'autocontrollo non viene mai a mancare e i sentimenti dell'altro vengono compresi e condivisi senza tuttavia sostituire i propri. Pensiamo per esempio ad un infermiere che condivide con un malato il suo stato d'animo: se egli si lasciasse sopraffare dalle sofferenze del suo assistito finirebbe per negativizzare il suo stato d'animo e rischierebbe di peggiorare ulteriormente quello del paziente.
Per Gallese, uno degli scienziati italiani scopritori dei neuroni specchio, alla base dell’empatia ci sarebbe un processo di ‘simulazione incarnata’ (Gallese, 2006), vale a dire un meccanismo di natura essenzialmente motoria, molto antico dal punto di vista dell’evoluzione umana, caratterizzato da neuroni che agirebbero immediatamente prima di ogni elaborazione più propriamente cognitiva.
L’empatia è stata oggetto di diverse modalità di studi, da quelli più neuroscientifici di neuroimmaging fino a misure self-report. Le sovrapposizioni e differenze col costrutto dimentalizzazione toccano diversi aspetti. In primo luogo entrambi implicano l’apprezzare gli stati mentali altrui, a cui però l’empatia aggiunge la condivisione e la preoccupazione. Inoltre, l’orientamento dell’empatia è rivolto più verso gli altri e nella mentalizzazione invece è equamente distribuito. Entrambe operano sia a livello implicito che esplicito ma l’empatia viene considerata specie nella sua modalità più implicita. Infine, il contenuto dell’empatia, come per la mentalizzazione, comporta l’uso di abilità cognitive ma è focalizzato soprattutto sugli affetti.
L'empatia è esente da critiche, giudizi o valutazioni di alcun genere dell'altro; la condivisione di sentimenti ed emozioni avviene in un clima del tutto neutrale e spontaneo, il quale non produce alcun tipo di giudizio morale o normativo. Non c'è giusto e non c'è sbagliato, non vengono introdotte direttive e il fulcro dell'attenzione è esclusivamente l'esperienza emotiva interiore
Un deficit a livello empatico porta a disturbi riconducibili a
2 Disturbo Istrionico di Personalità (DIP)
La persona affetta da tale disturbo è caratterizzata da un’emotività eccessiva e da ricerca di attenzione. In particolare il paziente manifesta: disagio nei contesti in cui non è al centro dell’attenzione; un comportamento seduttivo e/o provocante; emotività esageratamente inappropriata, instabile e superficiale; uso dell’aspetto fisico come mezzo per attirare l’attenzione su di sè; eloquio di tipo impressionistico; alta suggestionabilità; tendenza a considerare le relazioni più intime di quanto non siano realmente.
3 Disturbo Borderline di Personalità (DBP)
Tale disturbo di personalità è una condizione caratterizzata da pattern a lungo termine di instabilità emotiva, interpersonale e comportamentale. Le serie difficoltà manifestate nelle relazioni interpersonali potrebbero essere dovute, almeno in parte, a difficoltà nella sfera empatica e dei processi della teoria della mente
4 Disturbo Antisociale di Personalità (DAP)
La persona affetta da questo disturbo è caratterizzata principalmente da inosservanza e violazione dei diritti degli altri che si manifestano in un soggetto maggiorenne, almeno dall’età di 15 anni.
E' bene a questo punto specificare che l'empatia non fa riferimento esclusivamente ad esperienze e sentimenti di tipo doloroso; essere empatici significa saper condividere con un'altra persona qualsiasi tipo di vissuto, positivo o negativo che sia.
Così quando si parla di empatia, allora forse è bene riflettere e parlarne come preziosa abilità sociale, come competenza distintiva di livello superiore, come strumento sofisticato e potente per un’efficace e positiva gestione dei rapporti interpersonali e della comunicazione organizzativa. Qualcosa di utile a tutti indistintamente, per comunicare e vivere meglio!
L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo, in questo modo, emozioni e pensieri. E’ un termine che deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e “pathos”.
Ai nostri giorni per empatia intendiamo la capacità di un essere umano di percepire lo stato d'animo ed i sentimenti di un'altra persona, realizzando quindi una sintonia emotiva nei suoi confronti, la quale permette di condividerne i vissuti interiori e le emozioni. L’empatia è la focalizzazione sul mondo interiore di un'altra persona, caratterizzata dalla capacità di intuire ciò che si sta muovendo in essa, percependo le sue emozioni ed i suoi stati d'animo autentici, spesso differenti da quelli espressi verbalmente e gestualmente. L'empatia è un contatto emotivo diretto tra due esseri umani, capace di sintonizzare i loro vissuti interiori in modo del tutto indipendente dai loro schemi mentali e percettivi. Semplificando i concetti appena espressi si potrebbe dire che l'empatia consista nel sapersi mettere nei panni dell'altro, nel comprendere dunque ciò che l'altro sta provando dentro di sé, trascurandone le manifestazioni comportamentali esteriori che non necessariamente rispecchiano i vissuti interiori.
Nell’uso comune, empatia è l’attitudine a offrire la propria attenzione per un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali.
Oltre alla immedesimazione nell'altro e alla comprensione profonda del suo punto di vista, l'empatia trova espressione anche nella capacità di mantenere durante l'intero processo di sintonizzazione emotiva il proprio punto di vista, i propri valori e le proprie emozioni. La fusione empatica non provoca la perdita dei propri punti di riferimento e dei propri sentimenti per realizzarsi; la comprensione dell'altro si realizza mantenendo costantemente la consapevolezza di se stessi e del proprio punto di vista. L'autocontrollo non viene mai a mancare e i sentimenti dell'altro vengono compresi e condivisi senza tuttavia sostituire i propri. Pensiamo per esempio ad un infermiere che condivide con un malato il suo stato d'animo: se egli si lasciasse sopraffare dalle sofferenze del suo assistito finirebbe per negativizzare il suo stato d'animo e rischierebbe di peggiorare ulteriormente quello del paziente.
Per Gallese, uno degli scienziati italiani scopritori dei neuroni specchio, alla base dell’empatia ci sarebbe un processo di ‘simulazione incarnata’ (Gallese, 2006), vale a dire un meccanismo di natura essenzialmente motoria, molto antico dal punto di vista dell’evoluzione umana, caratterizzato da neuroni che agirebbero immediatamente prima di ogni elaborazione più propriamente cognitiva.
L’empatia è stata oggetto di diverse modalità di studi, da quelli più neuroscientifici di neuroimmaging fino a misure self-report. Le sovrapposizioni e differenze col costrutto dimentalizzazione toccano diversi aspetti. In primo luogo entrambi implicano l’apprezzare gli stati mentali altrui, a cui però l’empatia aggiunge la condivisione e la preoccupazione. Inoltre, l’orientamento dell’empatia è rivolto più verso gli altri e nella mentalizzazione invece è equamente distribuito. Entrambe operano sia a livello implicito che esplicito ma l’empatia viene considerata specie nella sua modalità più implicita. Infine, il contenuto dell’empatia, come per la mentalizzazione, comporta l’uso di abilità cognitive ma è focalizzato soprattutto sugli affetti.
L'empatia è esente da critiche, giudizi o valutazioni di alcun genere dell'altro; la condivisione di sentimenti ed emozioni avviene in un clima del tutto neutrale e spontaneo, il quale non produce alcun tipo di giudizio morale o normativo. Non c'è giusto e non c'è sbagliato, non vengono introdotte direttive e il fulcro dell'attenzione è esclusivamente l'esperienza emotiva interiore
Un deficit a livello empatico porta a disturbi riconducibili a
- Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP)
2 Disturbo Istrionico di Personalità (DIP)
La persona affetta da tale disturbo è caratterizzata da un’emotività eccessiva e da ricerca di attenzione. In particolare il paziente manifesta: disagio nei contesti in cui non è al centro dell’attenzione; un comportamento seduttivo e/o provocante; emotività esageratamente inappropriata, instabile e superficiale; uso dell’aspetto fisico come mezzo per attirare l’attenzione su di sè; eloquio di tipo impressionistico; alta suggestionabilità; tendenza a considerare le relazioni più intime di quanto non siano realmente.
3 Disturbo Borderline di Personalità (DBP)
Tale disturbo di personalità è una condizione caratterizzata da pattern a lungo termine di instabilità emotiva, interpersonale e comportamentale. Le serie difficoltà manifestate nelle relazioni interpersonali potrebbero essere dovute, almeno in parte, a difficoltà nella sfera empatica e dei processi della teoria della mente
4 Disturbo Antisociale di Personalità (DAP)
La persona affetta da questo disturbo è caratterizzata principalmente da inosservanza e violazione dei diritti degli altri che si manifestano in un soggetto maggiorenne, almeno dall’età di 15 anni.
E' bene a questo punto specificare che l'empatia non fa riferimento esclusivamente ad esperienze e sentimenti di tipo doloroso; essere empatici significa saper condividere con un'altra persona qualsiasi tipo di vissuto, positivo o negativo che sia.
Così quando si parla di empatia, allora forse è bene riflettere e parlarne come preziosa abilità sociale, come competenza distintiva di livello superiore, come strumento sofisticato e potente per un’efficace e positiva gestione dei rapporti interpersonali e della comunicazione organizzativa. Qualcosa di utile a tutti indistintamente, per comunicare e vivere meglio!