NARCISISMO
Col termine Narcisismo si intende
un’impostazione della persona in cui l’interesse verso il Sé prevale su qualsiasi interesse esterno e la vita relazionale è dominata dal bisogno di ottenere ammirazione e conferme alla propria immagine.
Freud nella sua definizione si riferisce al mito greco di Narciso, emblema dell’innamoramento di sé stessi e dell’egocentrismo , oltre che dell’isolamento e dell’alienazione che ne derivano
Freud nel caso Schreber (1911) ipotizzò una fase narcisistica normale dello sviluppo , essenziale per una prima integrazione della pulsionalità e un abbozzo unitario del Sé. • Successivamente nella Introduzione al Narcisismo (1914) troviamo la descrizione di una continua bilancia nel corso dell’esistenza tra investimenti narcisistici e oggettuali . • Più tardi fu introdotto il termine “nevrosi narcisistiche” per quelle condizioni in cui l’investimento della realtà è deficitario, in contrapposizione alle “nevrosi di transfert” in cui si trasferiscono conflitti nella relazione oggettuale. Qui però veniva negata la funzione del narcisismo nella costruzione di un’immagine unitaria del Sé e anche il ruolo nell’esperienza dell’Altro.
In questo paradosso il Sé e l’Altro si costituiscono dialetticamente insieme: è sul modello dell’Altro (si pensi alla “funzione specchio” esplicata dalla madre) che il Sé si costruisce . Così il Narcisismo , come interiorizzazione di una relazione , rappresenta il fondamento dell’Alterità: il Sé e l’Altro nascendo legati indissolubilmente, si fondano o crollano insieme e la fragilità dell’uno diviene anche quella dell’Altro. • Ecco che le psicosi in quest’ottica porterebbero in campo una DEBOLEZZA DEL NARCISISMO.
Narcisismo non patologico
In questa definizione rientrano:
1. il Narcisismo primario del bambino in cui manca una relazione con l’ambiente e di cui è prototipo la vita intrauterina, caratterizzato da autoerotismo ovvero amore per se stesso e nessuna relazione oggettuale;
2. il Narcisismo secondario “sano” e “fisiologico” dell’età adulta , derivante da interiorizzazione delle identificazioni con l’Altro e caratterizzato da amore di Sé, accettazione e cura di Sé .
Narcisismo patologico coerente
Il Narcisismo patologico rientra nella diagnosi clinica di Disturbo Narcisistico di Personalità (DSM - IV, ICD - 10 )
caratterizzato da:
a) egocentrismo ,
b) grandiosità dell’Io,
c) mancanza di empatia,
d) debolezza narcisistica coerente dell’Io,
e) disturbi della maturazione,
f) personalità iperadattata, passivo - dipendente, masochistica, depressiva .
Narcisismo patologico incoerente
• Un altro tipo di
Narcisismo patologico che si può ritrovare in
vari
Disturbi di Personalità , dominato da incoerenza , è caratterizzato da:
a) Sé inconsistente,
b) Sé grandioso compensatorio,
c) vulnerabilità,
d) dipendenza nelle relazioni,
e) comportamenti disfunzionali (dipendenze, asocialità, suicidio) .
Inoltre in un gruppo di personalità gravemente disturbate (Disturbo Borderline di Personalità) troviamo una struttura male integrata, segmentata, incoerente che corrisponde al quadro riportato da Kernberg : parti della personalità scollegate che determinano nelle diverse situazioni il sentire e il comportamento, senza giungere a una vera dissoluzione dell’Io.
Vari volti del Narcisismo
La Psicologia del Sé con Kohut vede
alla base di molte psicopatologie una carenza di rispecchiamento, di Narcisismo “buono” e di stabilità del Sé . • Nella corrente post - kleiniana con Meltzer al Narcisismo viene riconosciuta una valenza distruttiva , di onnipotenza invasiva da eccesso di identificazioni proiettive, contro l’oggettualità e l’elaborazione di una “posizione depressiva”. • Kernberg parla di “Narcisismo maligno” nel quale si incontrano narcisismo e sadismo. • È evidente che l’approccio terapeutico è diverso a seconda dell’interpretazione che si da al termine Narcisismo.
Disturbo Narcisistico di personalità secondo la Gestalt Psicosociale
L’ipotesi gestaltica del Disturbo Narcisistico di Personalità, si basa sullo studio di come il bambino durante gli anni dello sviluppo abbia vissuto o meno un contatto autentico con le figure genitoriali (Siemens H., 2008). La comunicazione dei suoi genitori era: “Sii chi ho bisogno che tu sia, e allora ti amerò”. Ha perso il proprio sfondo per la ricerca eccessiva di adattamento agli adulti nella sua infanzia. Continua però a cercare l’ammirazione degli altri e non sarà mai soddisfatto. E’, in più, una persona che vive con idee esagerate sulla propria importanza e si trova in una costante dipendenza dagli altri: è schiavo di se stesso e non è mai libero. Il paziente narcisista ha un confine di contatto eccessivamente rigido ed evita il contatto utilizzando la retroflessione e la proiezione. Ad esempio, quando il paziente proverà una frustrazione, retrofletterà i suoi sentimenti canalizzandoli nella direzione della perfezione. In questo modo eviterà il rifiuto di una polarità del sé, da parte del Sé perfetto, per continuare a percepire se stesso buono e all’altezza. Osservare “come” il campo di forze dell’organizzazione di un narcisista si muove, ci può aiutare a comprendere se il paziente è consapevole dei suoi disturbi di contatto. Quale parte del Self del paziente è disturbata? Sappiamo che il Narcisista ha difficoltà a rispondere alle seguenti domande:
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’insight, si deve fare molta attenzione: riflettere se l’eventuale sentimento di vergogna, che viene in figura con la nuova consapevolezza, è tollerabile per il paziente. La strategia è di dare alla persona, muovendosi su un fragile confine di contatto, contemporaneamente accettazione e conferme (Siemens H., 2008). Un clima di fiducia e di sicurezza è lo sfondo ideale per creare e sperimentare un campo relazionale dove il contatto con il paziente diviene possibile. Quello che si chiede al terapeuta è di essere lì con lui e di accompagnarlo.
Due condizioni sono alla base di questa co-costruzione: l’inclusione e la “cura e l’esercizio della presenza”. L’inclusione è la capacità di guardare, senza confluire, con gli occhi del paziente il mondo nel qui e ora, per riuscire ad armonizzare le sue aree più delicate e dolorose. In Gestalt Psicosociale, essere presenti, vuol dire essere toccati dall’altro, restando autenticamente e onestamente noi stessi. In questo modo lo psicoterapeuta crea un ambiente di rispetto nel quale il paziente può muoversi ed esperire gradualmente se stesso. La personalità narcisistica è, in generale, abbastanza energizzata, ma le sue azioni sono spesso percepite come arroganti, sfidanti o pretenziose, causando negli altri un senso di frustrazione al loro contatto. La capacità di contatto del narcisista è, proprio per evitare possibili ferite o delusioni, debole. Quanto al ritiro, si tratta di una posizione abbastanza ansiogena. Nel ritiro, lo specchio rappresentato dagli altri scompare, e fa risorgere l'esperienza del vuoto interiore. A volte però il ritiro è una posizione privilegiata: è visto come protezione dalle ferite narcisistiche che il contatto con la realtà interpersonale non può di fargli subire.
Il terapeuta, per ciò, dovrebbe curare con attenzione il momento di chiusura della seduta terapeutica, osservando le modalità di contatto in proprio nel momento della conclusione
Col termine Narcisismo si intende
un’impostazione della persona in cui l’interesse verso il Sé prevale su qualsiasi interesse esterno e la vita relazionale è dominata dal bisogno di ottenere ammirazione e conferme alla propria immagine.
Freud nella sua definizione si riferisce al mito greco di Narciso, emblema dell’innamoramento di sé stessi e dell’egocentrismo , oltre che dell’isolamento e dell’alienazione che ne derivano
Freud nel caso Schreber (1911) ipotizzò una fase narcisistica normale dello sviluppo , essenziale per una prima integrazione della pulsionalità e un abbozzo unitario del Sé. • Successivamente nella Introduzione al Narcisismo (1914) troviamo la descrizione di una continua bilancia nel corso dell’esistenza tra investimenti narcisistici e oggettuali . • Più tardi fu introdotto il termine “nevrosi narcisistiche” per quelle condizioni in cui l’investimento della realtà è deficitario, in contrapposizione alle “nevrosi di transfert” in cui si trasferiscono conflitti nella relazione oggettuale. Qui però veniva negata la funzione del narcisismo nella costruzione di un’immagine unitaria del Sé e anche il ruolo nell’esperienza dell’Altro.
In questo paradosso il Sé e l’Altro si costituiscono dialetticamente insieme: è sul modello dell’Altro (si pensi alla “funzione specchio” esplicata dalla madre) che il Sé si costruisce . Così il Narcisismo , come interiorizzazione di una relazione , rappresenta il fondamento dell’Alterità: il Sé e l’Altro nascendo legati indissolubilmente, si fondano o crollano insieme e la fragilità dell’uno diviene anche quella dell’Altro. • Ecco che le psicosi in quest’ottica porterebbero in campo una DEBOLEZZA DEL NARCISISMO.
Narcisismo non patologico
In questa definizione rientrano:
1. il Narcisismo primario del bambino in cui manca una relazione con l’ambiente e di cui è prototipo la vita intrauterina, caratterizzato da autoerotismo ovvero amore per se stesso e nessuna relazione oggettuale;
2. il Narcisismo secondario “sano” e “fisiologico” dell’età adulta , derivante da interiorizzazione delle identificazioni con l’Altro e caratterizzato da amore di Sé, accettazione e cura di Sé .
Narcisismo patologico coerente
Il Narcisismo patologico rientra nella diagnosi clinica di Disturbo Narcisistico di Personalità (DSM - IV, ICD - 10 )
caratterizzato da:
a) egocentrismo ,
b) grandiosità dell’Io,
c) mancanza di empatia,
d) debolezza narcisistica coerente dell’Io,
e) disturbi della maturazione,
f) personalità iperadattata, passivo - dipendente, masochistica, depressiva .
Narcisismo patologico incoerente
• Un altro tipo di
Narcisismo patologico che si può ritrovare in
vari
Disturbi di Personalità , dominato da incoerenza , è caratterizzato da:
a) Sé inconsistente,
b) Sé grandioso compensatorio,
c) vulnerabilità,
d) dipendenza nelle relazioni,
e) comportamenti disfunzionali (dipendenze, asocialità, suicidio) .
Inoltre in un gruppo di personalità gravemente disturbate (Disturbo Borderline di Personalità) troviamo una struttura male integrata, segmentata, incoerente che corrisponde al quadro riportato da Kernberg : parti della personalità scollegate che determinano nelle diverse situazioni il sentire e il comportamento, senza giungere a una vera dissoluzione dell’Io.
Vari volti del Narcisismo
La Psicologia del Sé con Kohut vede
alla base di molte psicopatologie una carenza di rispecchiamento, di Narcisismo “buono” e di stabilità del Sé . • Nella corrente post - kleiniana con Meltzer al Narcisismo viene riconosciuta una valenza distruttiva , di onnipotenza invasiva da eccesso di identificazioni proiettive, contro l’oggettualità e l’elaborazione di una “posizione depressiva”. • Kernberg parla di “Narcisismo maligno” nel quale si incontrano narcisismo e sadismo. • È evidente che l’approccio terapeutico è diverso a seconda dell’interpretazione che si da al termine Narcisismo.
Disturbo Narcisistico di personalità secondo la Gestalt Psicosociale
L’ipotesi gestaltica del Disturbo Narcisistico di Personalità, si basa sullo studio di come il bambino durante gli anni dello sviluppo abbia vissuto o meno un contatto autentico con le figure genitoriali (Siemens H., 2008). La comunicazione dei suoi genitori era: “Sii chi ho bisogno che tu sia, e allora ti amerò”. Ha perso il proprio sfondo per la ricerca eccessiva di adattamento agli adulti nella sua infanzia. Continua però a cercare l’ammirazione degli altri e non sarà mai soddisfatto. E’, in più, una persona che vive con idee esagerate sulla propria importanza e si trova in una costante dipendenza dagli altri: è schiavo di se stesso e non è mai libero. Il paziente narcisista ha un confine di contatto eccessivamente rigido ed evita il contatto utilizzando la retroflessione e la proiezione. Ad esempio, quando il paziente proverà una frustrazione, retrofletterà i suoi sentimenti canalizzandoli nella direzione della perfezione. In questo modo eviterà il rifiuto di una polarità del sé, da parte del Sé perfetto, per continuare a percepire se stesso buono e all’altezza. Osservare “come” il campo di forze dell’organizzazione di un narcisista si muove, ci può aiutare a comprendere se il paziente è consapevole dei suoi disturbi di contatto. Quale parte del Self del paziente è disturbata? Sappiamo che il Narcisista ha difficoltà a rispondere alle seguenti domande:
- Di cosa ho bisogno? (Funzione Es)
- Cosa voglio? (Funzione Io)
- Chi sono? (Funzione Personalità)
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’insight, si deve fare molta attenzione: riflettere se l’eventuale sentimento di vergogna, che viene in figura con la nuova consapevolezza, è tollerabile per il paziente. La strategia è di dare alla persona, muovendosi su un fragile confine di contatto, contemporaneamente accettazione e conferme (Siemens H., 2008). Un clima di fiducia e di sicurezza è lo sfondo ideale per creare e sperimentare un campo relazionale dove il contatto con il paziente diviene possibile. Quello che si chiede al terapeuta è di essere lì con lui e di accompagnarlo.
Due condizioni sono alla base di questa co-costruzione: l’inclusione e la “cura e l’esercizio della presenza”. L’inclusione è la capacità di guardare, senza confluire, con gli occhi del paziente il mondo nel qui e ora, per riuscire ad armonizzare le sue aree più delicate e dolorose. In Gestalt Psicosociale, essere presenti, vuol dire essere toccati dall’altro, restando autenticamente e onestamente noi stessi. In questo modo lo psicoterapeuta crea un ambiente di rispetto nel quale il paziente può muoversi ed esperire gradualmente se stesso. La personalità narcisistica è, in generale, abbastanza energizzata, ma le sue azioni sono spesso percepite come arroganti, sfidanti o pretenziose, causando negli altri un senso di frustrazione al loro contatto. La capacità di contatto del narcisista è, proprio per evitare possibili ferite o delusioni, debole. Quanto al ritiro, si tratta di una posizione abbastanza ansiogena. Nel ritiro, lo specchio rappresentato dagli altri scompare, e fa risorgere l'esperienza del vuoto interiore. A volte però il ritiro è una posizione privilegiata: è visto come protezione dalle ferite narcisistiche che il contatto con la realtà interpersonale non può di fargli subire.
Il terapeuta, per ciò, dovrebbe curare con attenzione il momento di chiusura della seduta terapeutica, osservando le modalità di contatto in proprio nel momento della conclusione