Il terapeuta si accosta alla visione del mondo del paziente con massimo interesse per l’interezza della persona e non soltanto per la dimensione intrapsichica o interpersonale. Il terapeuta è interessato ad evidenziare in momenti differenti i vari aspetti della vita del suo interlocutore:
intrapsichici, comportamentali, fisiologici, affettivi, cognitivi e anche spirituali.
Un approccio orientato secondo la Gestalt è basato sulla assoluta e inseparabile unità dell’esperienza corporea, del linguaggio, del pensiero e del comportamento (con o senza consapevolezza). In questo scenario un principio guida potrebbe essere proprio quello dell’integrazione di tutte le molte sfaccettature portate da quell’unico individuo.
L’accettazione e la celebrazione di questa interezza multidimensionale sono considerate un possibile obiettivo per il paziente. Ci si basa sulla convinzione che le persone desiderino sperimentare questa loro interezza, la propria ricchezza individuale e la propria integrazione della diversità e unicità.
Nel proprio lavoro il terapeuta si impegna nel favorire e sostenere i processi di sviluppo del paziente, anziché sovrapporre o imporre i propri con tecniche interpretative e direttive e con codici limitanti.
La Gestalt ha il suo fulcro nell’esortazione esistenziale al paziente ad essere se stesso il più pienamente e completamente possibile. Si lavora per entrare in contatto con l’individualità profonda del paziente, che è anche la sede della volontà e della libertà, per favorire quindi un processo di consapevolezza e di assunzione di responsabilità.
Uno dei compiti del terapeuta è quello di condurre il paziente nel percorso di scoperta di quegli elementi di auto sabotaggio che ciascuno di noi mette in atto, spesso inconsapevolmente, favorendone il superamento. Il terapeuta deve avere la pazienza di aspettare, anche quando il soggetto non sembra avere la capacità di far emergere qualcosa. Con il tempo qualcosa affiora sempre, bisogna attendere con fiducia che il fluire interno di eventi, condizione naturale dell’uomo, segua il suo corso, trasformando in consapevolezza ciò che è rimasto incompleto e che magari ci ancora al passato.
Relazione IO-TU
La relazione in ambito di terapia gestaltica è fondamentale; si tratta del vivo incontro esistenziale tra due esseri umani reali che stanno entrambi rischiando sé stessi nel dialogo del processo curativo.
L’incontro autentico, pieno e completo tra queste due persone è fondamentale e avviene sulla base di una relazione fondata sul dialogo: una relazione dialogica. Si tratta della famosa relazione IO-TU approfondita da Martin Buber intesa proprio come l’incontro tra due persone uniche, in cui entrambe rispettano apertamente l’essenziale umanità dell’altro.
In un’ottica di approccio gestaltico viene dato grande valore all’impegno per la sperimentazione, la creatività e l’assunzione di rischio sia da parte del paziente che da parte del terapeuta.
Entrambi si impegnano a sviluppare esperimenti del fare, dell’essere e del comportarsi per realizzare forme di una vita che può essere vissuta in maniera piena e ricca.
Questo raggiungibile ideale è caratterizzato da una acuta consapevolezza sensoriale, da risposte emozionali varie e da azioni più efficaci.
La Gestalt è stata definita come “autorizzazione a essere creativi” (Zinker 1978).
La pratica della Gestalt richiede ed agevola il coraggio ad affrontare il rischio e la delusione esistenziali, conservando sempre la piena speranza nella crescita e nello sviluppo umani.
È proprio di un setting gestaltico andare alla ricerca dell’inaspettato e del nuovo utilizzando delle strutture di sostegno del passato.
intrapsichici, comportamentali, fisiologici, affettivi, cognitivi e anche spirituali.
Un approccio orientato secondo la Gestalt è basato sulla assoluta e inseparabile unità dell’esperienza corporea, del linguaggio, del pensiero e del comportamento (con o senza consapevolezza). In questo scenario un principio guida potrebbe essere proprio quello dell’integrazione di tutte le molte sfaccettature portate da quell’unico individuo.
L’accettazione e la celebrazione di questa interezza multidimensionale sono considerate un possibile obiettivo per il paziente. Ci si basa sulla convinzione che le persone desiderino sperimentare questa loro interezza, la propria ricchezza individuale e la propria integrazione della diversità e unicità.
Nel proprio lavoro il terapeuta si impegna nel favorire e sostenere i processi di sviluppo del paziente, anziché sovrapporre o imporre i propri con tecniche interpretative e direttive e con codici limitanti.
La Gestalt ha il suo fulcro nell’esortazione esistenziale al paziente ad essere se stesso il più pienamente e completamente possibile. Si lavora per entrare in contatto con l’individualità profonda del paziente, che è anche la sede della volontà e della libertà, per favorire quindi un processo di consapevolezza e di assunzione di responsabilità.
Uno dei compiti del terapeuta è quello di condurre il paziente nel percorso di scoperta di quegli elementi di auto sabotaggio che ciascuno di noi mette in atto, spesso inconsapevolmente, favorendone il superamento. Il terapeuta deve avere la pazienza di aspettare, anche quando il soggetto non sembra avere la capacità di far emergere qualcosa. Con il tempo qualcosa affiora sempre, bisogna attendere con fiducia che il fluire interno di eventi, condizione naturale dell’uomo, segua il suo corso, trasformando in consapevolezza ciò che è rimasto incompleto e che magari ci ancora al passato.
Relazione IO-TU
La relazione in ambito di terapia gestaltica è fondamentale; si tratta del vivo incontro esistenziale tra due esseri umani reali che stanno entrambi rischiando sé stessi nel dialogo del processo curativo.
L’incontro autentico, pieno e completo tra queste due persone è fondamentale e avviene sulla base di una relazione fondata sul dialogo: una relazione dialogica. Si tratta della famosa relazione IO-TU approfondita da Martin Buber intesa proprio come l’incontro tra due persone uniche, in cui entrambe rispettano apertamente l’essenziale umanità dell’altro.
In un’ottica di approccio gestaltico viene dato grande valore all’impegno per la sperimentazione, la creatività e l’assunzione di rischio sia da parte del paziente che da parte del terapeuta.
Entrambi si impegnano a sviluppare esperimenti del fare, dell’essere e del comportarsi per realizzare forme di una vita che può essere vissuta in maniera piena e ricca.
Questo raggiungibile ideale è caratterizzato da una acuta consapevolezza sensoriale, da risposte emozionali varie e da azioni più efficaci.
La Gestalt è stata definita come “autorizzazione a essere creativi” (Zinker 1978).
La pratica della Gestalt richiede ed agevola il coraggio ad affrontare il rischio e la delusione esistenziali, conservando sempre la piena speranza nella crescita e nello sviluppo umani.
È proprio di un setting gestaltico andare alla ricerca dell’inaspettato e del nuovo utilizzando delle strutture di sostegno del passato.