LO PSICOLOGO NEI COLLOQUI DI SELEZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE
La selezione del personale rappresenta un momento cruciale per la nascita e lo sviluppo delle moderne organizzazioni; la risorsa umana, infatti, costituisce la loro «carta vincente» per sopravvivere all’interno di un contesto storico imprevedibile, caratterizzato da profondi cambiamenti che richiedono una elevata capacità adattiva.
L’intervista, come strumento di conoscenza, viene utilizzata per capire e valutare se il candidato presenta alcune caratteristiche di personalità necessarie per occupare proficuamente un determinato ruolo all’interno dell’organizzazione; nello stesso tempo è uno di quei momenti importanti in cui si trasmette la propria immagine e la si può conoscere meglio.
L'utilizzo dello strumento dell’intervista di selezione richiede specifiche competenze professionali che garantiscono la costruzione di un processo di conoscenza del candidato valido e attendibile. A tal fine, fra l’altro, è richiesto allo psicologo un lavoro continuo di consapevolezza anche sulla sua personalità, indispensabile per conoscere e maturare, per esempio, il proprio stile personale di rapportarsi con gli altri, il proprio modo di vedere la realtà e la sua capacità di gestire i vissuti personali in modo da non inquinare il rapporto con il candidato. L’Ordine degli Psicologi, inoltre, garantisce la qualità professionale dell’intera attività attraverso l’emanazione di linee guida per l’esercizio della professione in ambito selettivo e il Codice Deontologico in cui, fra l’altro, sono enunciati i postulati etici, deontologici e giuridici che orientano l’agire dello psicologo e che deve pertanto: evitare qualsiasi tipo di collusione (anche con il committente), prevenire l’invasione inappropriata della sfera intima del candidato (richiedendo il consenso quando è necessario), rispettare il selezionando, escludere qualsiasi tipo di discriminazione (es. sesso, colore della pelle, religione, ecc.) e mantenere il segreto professionale, richiamando il proprio operato a valori come: l’integrità, l’autonomia personale e il rispetto del candidato.
Gli Psicologi sono impiegati sia nella valutazione della personalità, che viene utilizzata nell’ambito della fase medica della selezione per la parte psichiatrica, sia nella valutazione delle capacità individuali afferente alla fase attitudinale. Si utilizzano a tal fine due tipi di colloquio psicologico: uno più di carattere clinico per la valutazione del coefficiente somato-funzionale PS (afferente alla valutazione psichiatrica del soggetto), l’altro di carattere attitudinale, per l’indagine e la valutazione di alcune caratteristiche di personalità del candidato richieste nel profilo professionale dei vari ruoli (es. Ufficiali, Sottufficiali, Volontari, ecc.).
Il secondo momento è caratterizzato dalla dinamica dell’intervista, in cui lo psicologo non solo verifica le ipotesi elaborate in precedenza, ma approfondisce anche la conoscenza di aspetti della personalità da chiarire; tutto ciò attraverso delle tecniche ben precise d’indagine in cui vengono considerati aspetti verbali e non verbali nella loro congruità, come specificato sopra; infine, il terzo momento è caratterizzato dalla compilazione delle varie parti della cartella del candidato in cui lo psicologo è chiamato a esprimere dei giudizi sulle caratteristiche (es. scarso, sufficiente, ecc.) della sua personalità insieme alle considerazioni sui dati testologici e il questionario biografico.
Affrontare con successo l’intervista di selezione o il colloquio di lavoro non vuol dire chiedersi se bisogna mostrare o non un determinato atteggiamento, dire o non una determinata frase o parola, ovvero se lo psicologo cerca di scoprire i lati peggiori, le debolezze del candidato, magari con stratagemmi o trappole; non si tratta, in ultima analisi, di prepararsi a chissà quale scontro. Tutti questi pensieri e ragionamenti predispongono l’interessato negativamente al momento dell’intervista, dando un significato distorto della prova, creando allarmismo e aumentando il livello di ansia da prestazione che può compromettere il risultato positivo della prova; al contrario, bisogna mettere in atto tutta una serie di strategie che consentano di gestire in modo adeguato le comprensibili e sane preoccupazioni, predisponendosi in modo favorevole alla prova.
A tal fine alcune sedute di psicoterapia, proprio per ridurre il livello di ansia, aumentare l'autostima e la consapevolezza delle proprie capacità, saranno certamente utili al candidato per affrontare nel migliore dei modi la prova selettiva.
La selezione del personale rappresenta un momento cruciale per la nascita e lo sviluppo delle moderne organizzazioni; la risorsa umana, infatti, costituisce la loro «carta vincente» per sopravvivere all’interno di un contesto storico imprevedibile, caratterizzato da profondi cambiamenti che richiedono una elevata capacità adattiva.
L’intervista, come strumento di conoscenza, viene utilizzata per capire e valutare se il candidato presenta alcune caratteristiche di personalità necessarie per occupare proficuamente un determinato ruolo all’interno dell’organizzazione; nello stesso tempo è uno di quei momenti importanti in cui si trasmette la propria immagine e la si può conoscere meglio.
L'utilizzo dello strumento dell’intervista di selezione richiede specifiche competenze professionali che garantiscono la costruzione di un processo di conoscenza del candidato valido e attendibile. A tal fine, fra l’altro, è richiesto allo psicologo un lavoro continuo di consapevolezza anche sulla sua personalità, indispensabile per conoscere e maturare, per esempio, il proprio stile personale di rapportarsi con gli altri, il proprio modo di vedere la realtà e la sua capacità di gestire i vissuti personali in modo da non inquinare il rapporto con il candidato. L’Ordine degli Psicologi, inoltre, garantisce la qualità professionale dell’intera attività attraverso l’emanazione di linee guida per l’esercizio della professione in ambito selettivo e il Codice Deontologico in cui, fra l’altro, sono enunciati i postulati etici, deontologici e giuridici che orientano l’agire dello psicologo e che deve pertanto: evitare qualsiasi tipo di collusione (anche con il committente), prevenire l’invasione inappropriata della sfera intima del candidato (richiedendo il consenso quando è necessario), rispettare il selezionando, escludere qualsiasi tipo di discriminazione (es. sesso, colore della pelle, religione, ecc.) e mantenere il segreto professionale, richiamando il proprio operato a valori come: l’integrità, l’autonomia personale e il rispetto del candidato.
Gli Psicologi sono impiegati sia nella valutazione della personalità, che viene utilizzata nell’ambito della fase medica della selezione per la parte psichiatrica, sia nella valutazione delle capacità individuali afferente alla fase attitudinale. Si utilizzano a tal fine due tipi di colloquio psicologico: uno più di carattere clinico per la valutazione del coefficiente somato-funzionale PS (afferente alla valutazione psichiatrica del soggetto), l’altro di carattere attitudinale, per l’indagine e la valutazione di alcune caratteristiche di personalità del candidato richieste nel profilo professionale dei vari ruoli (es. Ufficiali, Sottufficiali, Volontari, ecc.).
Il secondo momento è caratterizzato dalla dinamica dell’intervista, in cui lo psicologo non solo verifica le ipotesi elaborate in precedenza, ma approfondisce anche la conoscenza di aspetti della personalità da chiarire; tutto ciò attraverso delle tecniche ben precise d’indagine in cui vengono considerati aspetti verbali e non verbali nella loro congruità, come specificato sopra; infine, il terzo momento è caratterizzato dalla compilazione delle varie parti della cartella del candidato in cui lo psicologo è chiamato a esprimere dei giudizi sulle caratteristiche (es. scarso, sufficiente, ecc.) della sua personalità insieme alle considerazioni sui dati testologici e il questionario biografico.
Affrontare con successo l’intervista di selezione o il colloquio di lavoro non vuol dire chiedersi se bisogna mostrare o non un determinato atteggiamento, dire o non una determinata frase o parola, ovvero se lo psicologo cerca di scoprire i lati peggiori, le debolezze del candidato, magari con stratagemmi o trappole; non si tratta, in ultima analisi, di prepararsi a chissà quale scontro. Tutti questi pensieri e ragionamenti predispongono l’interessato negativamente al momento dell’intervista, dando un significato distorto della prova, creando allarmismo e aumentando il livello di ansia da prestazione che può compromettere il risultato positivo della prova; al contrario, bisogna mettere in atto tutta una serie di strategie che consentano di gestire in modo adeguato le comprensibili e sane preoccupazioni, predisponendosi in modo favorevole alla prova.
A tal fine alcune sedute di psicoterapia, proprio per ridurre il livello di ansia, aumentare l'autostima e la consapevolezza delle proprie capacità, saranno certamente utili al candidato per affrontare nel migliore dei modi la prova selettiva.